Eleganza e innovazione. Cucina che utilizza materie prime selezionate
Il ristorante prende il nome dal primo proprietario Francesco Grassilli che nel 1944 abbandonò la professione di cantante lirico. Mantenne però uno stretto legame con il mondo della grande musica e il suo locale era frequentato da cantanti, musicisti e direttori d’orchestra, le cui foto decorano ancora le pareti del ristorante, noto ben oltre Bologna.
Grassilli è senza dubbio uno dei templi della gastronomia bolognese in cui le specialità cittadine sono accostate ad alcuni piatti della cucina francese, un abbinamento che arricchisce l’offerta e non stona affatto. Il menu è diviso in due parti: la proposta “tradizionale” in cui trovano spazio tutti i grandi classici, dalle tagliatelle al ragù, ai tortellini in brodo, fino alla cotoletta proposta in tre diverse versioni, e una seconda parte dedicata a piatti più convenzionali che spaziano dal vitello tonnato alla tartare di manzo, fino alle specialità d’oltralpe come le terrine e il rognone (questo, di solito, solo d’inverno).